Tema: Traduzione=creazione=libertà.

Tema: Traduzione=creazione=libertà.

 

di Marina Giaveri

L'81° Congresso del Pen Internazionale è stato dedicato al tema Traduzione=creazione=libertà.

La scelta è significativa: a lungo definita «cosa impossibile eppur necessaria», la traduzione è stata recentemente riconosciuta, nel Vecchio Continente, come «la vera lingua d’Europa». Oltre i nostri confini, sappiamo poi quale valore politico assumano proposte editoriali che presentano idee, modelli, storie (e persino ricette gastronomiche) mutuate da altre lingue e da altri Paesi. Spesso è il traduttore stesso – in assenza dell’autore, fortunatamente lontano – a trovarsi colpito da interdetti e detenzioni. Ma il tema traduttorio non è solo legato alla circolazione degli scritti: proprio in questi anni la traduzione è stata valorizzata nei suoi ruoli creativi; sono nati i primi archivi che ne documentano i percorsi (in analogia con gli archivi di manoscritti d’autore su cui si misurano gli studiosi di genesi testuale), vengono suggerite collane editoriali dedicate alla sua estetica e si aprono cattedre specialistiche che propongono una nuova disciplina, la «traduttologia», come parte dei curricula universitari. Spesso – si è osservato – la riflessione sulla creazione e quella sulla traduzione convergono: non solo perché l’autotraduzione appare a volte una fase ineludibile del processo stesso di scrittura (da Tolstoj a Fenoglio, da Beckett a Julien Green), ma perché si è constatato come sia l’insoddisfazione di un tentativo traduttorio a generare a volte la libertà di una scrittura personale; per esempio, la Terra promessa nasce a margine dei manoscritti in cui Ungaretti tenta  vanamente di rendere il mallarmeano Cantique de Saint Jean; oppure ecco formarsi liriche in italiano proprio dai reiterati ritorni di Giovanni Giudici sopra il corpo russo dell’Evgenij Onegin.Rapida come sempre a cogliere lo spirito dei tempi e la possibilità di farsene portabandiera, è stata la cultura francese a trasformare efficacemente in teoria e in strumenti di ricerca la nuova attenzione alla traduzione: francesi sono stati i suoi maggiori teorici (da Antoine Berman a Henri Meschonnic, a Jean-René Ladmiral, spesso impegnati in vivaci e fecondi contraddittori), francese la formazione di un’équipe di ricerca dedicata a «Multilinguismo e Genesi testuale» nell’ambito del prestigioso Institut des textes et manuscrits del Centre national de la recherche scientifique. Francese, infine, la valorizzazione della documentazione dell’attività traduttoria recentemente intrapresa dall’Institut mémoires de l’édition contemporaine (Imec). Nato meno di vent’anni or sono in alcuni locali parigini, ad opera di appassionati, l’Imec si è sviluppato costituendo una preziosa documentazione della storia dell’editoria francese; favorito anche dai programmi del ministero della Cultura, ha recentemente cooperato al restauro e al riutilizzo dell’Abbaye d’Ardenne, complessa struttura abbaziale della Bassa Normandia distrutta nel 1944 ed ora risorta come mirabile sede archivistica. Proprio un recente convegno internazionale, Les grands traducteurs dans les archives de l’Imec, promosso dall’Università di Caen-Normandie all’Abbaye d’Ardenne assieme ad altre iniziative scientifiche (riviste, gruppi di ricerca) ha indagato il ruolo e lo sviluppo della «traduttologia». La scelta del tema per le giornate del Pen International a Québec appare, dunque, un ulteriore segnale dell’attenzione con cui il sodalizio guarda ai suggerimenti e alle novità del mondo letterario – fuori e dentro ogni continente, vecchio e nuovo. ©

 

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