I PRESIDENTI ITALIANI DEL PEN 1922: Lauro De Bosis (1901-1931)

I PRESIDENTI ITALIANI DEL PEN 1922: Lauro De Bosis (1901-1931)

 Da professore a portiere d’albergo  L’avventura di un intellettuale-pilota caduto nel mare dell’Elba

 di EMANUELE BETTINI

«Partito alle 15,15, Lauro arrivò a Roma, poco dopo il tramonto, alle 20. Discese da un’altezza di duemila metri fino a poco più di trecento. Disseminò 400mila manifestini proprio sul centro di Roma: Piazza Venezia, il Corso, intorno a Palazzo Chigi, e poi sull’aeroporto. Migliaia di foglietti caddero in grembo agli spettatori di un cinematografo all’aperto. Fu uno spettacolo di abilità e di coraggio che riempì di ammirazione e trepidazione chi ne fu testimone. Le strade della città in cui i manifestini cadevano furono tutte in subbuglio. La gente leggeva e passava i fogli di mano in mano. Era come vivere in un mondo nuovo, qualcosa che non si era mai sentito per anni. Dopo circa mezz’ora l’aeroplano sparì nella notte». È il 3 ottobre 1931. Il lancio dei volantini contro il regime di Mussolini è come una dichiarazione di guerra, ma Lauro De Bosis non è solo un antifascista: è un intellettuale puro, un idealista. Il padre Adolfo (1863-1924), anch’egli poeta, gli ha trasmesso l’amore per la letteratura e la madre americana, Lillian Vernon, lo ha aiutato nella conoscenza della lingua inglese, determinante per i suoi contatti con il mondo anglosassone. Nell’Europa, ridotta alla fame da quattro anni di guerra, nasce il desiderio di ricostruire un clima di pace e di fratellanza tra i popoli. «Mai più guerre!», si dice e gli intellettuali si schierano in prima fila a difesa della libertà. Catherine Amy DawsonScott, una poetessa inglese nata nel 1865, fonda un’associazione di poeti, scrittori e narratori. Nel 1921 nasce a Londra il Pen Internazionale. Nello stesso anno vienne eletto presidente internazionale lo scrittore John Galsworthy, insignito del Premio Nobel nel 1932. In questo tormentato contesto, il ventunenne Lauro De Bosis (nato a Roma nel 1901), che coltiva amicizie e intrattiene corrispondenza con gli scrittori di lingua inglese, decide di dar vita alla sezione italiana del Pen assieme ad un gruppo di amici e collaboratori, fra cui Tommaso Gallarati Scotti, Enzo Torrieri, Filippo Tommaso Marinetti e Corrado Govoni. Siamo nel famigerato 1922. Lauro De Bosis viene eletto primo presidente del Pen Italiano. Ma l’importanza dell’avvenimento va a scontrarsi con la triste realtà italiana: Benito Mussolini attua la marcia su Roma. In nome dei principi sanciti dalla Carta del Pen Internazionale, De Bosis non accetta la prevaricazione fascista e, pur consapevole delle gravi conseguenze del suo gesto, vi si schiera apertamente contro, in contrapposizione agli stessi Marinetti e Govoni. Mentre il Pen Internazionale ha una battuta d’arresto, dovuta anche alla forte crisi economica mondiale e agli ideali di libertà messi in discussione dai recenti avvenimenti, De Bosis, che si sente in minoranza all’interno dell’associazione, decide di lasciare l’Italia. Il pretesto sono le lezioni di carattere storico, letterario e filosofico che deve tenere presso la Società Italia-America di New York. Lauro non perde tempo: non finisce una conferenza senza gridare allo scandalo per quello che sta avvenendo in Italia. Mussolini ha conquistato il potere e il regime si rafforza. Il Pen Italiano, i cui membri hanno aderito in parte al movimento futurista, si allontana sempre più dallo spirito dello statuto internazionale. La rottura di De Bosis con il suo Paese è definitiva. Nel 1926 va ad insegnare lingua e letteratura italiana all’Università di Harvard, dove inizia un’intensa attività letteraria. In quegli anni pubblica le traduzioni de La vita privata di Elena di Troia di John Erskine e di Il Ponte di San Luis Rey di Thornton Wilder. Alle traduzioni di opere anglosassoni alterna quelle dei classici. È del 1927 la traduzione dell’Antigone di Sofocle. Sempre nel 1927 Lauro De Bosis compone Icaro, la sola opera poetica che rimane di lui. Icaro ottiene il premio olimpico di poesia ad Amsterdam nel 1928 e viene tradotto in inglese da Ruth Draper, attrice ebrea americana che diventerà la sua compagna. Il 1928 è per lui l’anno delle grandi decisioni. Ritornato in Italia per una breve vacanza, aderisce al movimento Alleanza Nazionale. Comincia l’attività clandestina contro la dittatura. Fa stampare numerosi volantini che distribuisce in varie città. Ormai l’attività nel Pen era quasi un ricordo. Braccato dal regime, per sfuggire ad un probabile arresto, s’imbarca per ritornare negli Usa. Durante il viaggio gli giunge notizia dell’arresto della madre e di alcuni suoi famigliari: la persecuzione politica era incominciata. De Bosis non raggiunge l’America, si ferma a Parigi e da lì inizia a intrattenere rapporti con alcuni autorevoli personaggi dell’opposizione antifascista: Gaetano Salvemini, Luigi Sturzo e Francesco Luigi Ferranti. Da professore universitario si adatta al ruolo di portiere d’albergo. Intanto, traduce in inglese The Alleanza Nazionale – documents of the Second Italian Risorgimento e inizia la preparazione del Golden Book of Italian Poetry, che uscirà, postumo, nel 1932. Agli inizi del 1931, De Bosis raccoglie fondi per un’impresa temeraria: acquista un piccolo aereo con cui sorvolare Roma gettando manifestini contro il regime fascista. L’impresa non era certo facile. Dopo un primo tentativo andato a vuoto, il 3 ottobre decolla da Marignan, vicino a Marsiglia, con un carico di volantini stampati ad Annemasse. Si sa ciò che accadde, anche se ci sono alcuni dubbi sulla dinamica della sua morte. Alcuni parlarono d’imperizia nel pilotaggio, altri sostennero che De Bosis, spinto dall’entusiasmo, non badò al carburante che stava per finire e, rimasto a secco, precipitò in mare vicino all’Elba. Tre anni dopo, su iniziativa di Ruth Draper, l’università americana di Harward istituì una Cattedra a lui intitolata.

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