Che cosa si può fare per il "caso Turchia"?

Che cosa si può fare per il

 

L’82° congresso del pen Internazionale in Spagna in Galizia , ad Orense

Che cosa si puo fare per il "caso Turchia"?

Situazioni critiche anche a Cuba, in India, Messico, Iran e Cina

 di ROBERTA moretti

Si parlerà anche della situazione in cui attualmente in Turchia si trovano i colleghi del Premio Nobel Orhan Pamuk. Ad essa è dedicato uno dei seminari dell’82° Congresso mondiale del Pen che quest’anno, tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, si tiene in Spagna, ad Orense. È il primo Congresso cui partecipa come nuova presidente del Pen Internazionale la scrittrice Jennifer Clement, 56 anni, eletta lo scorso anno in Canada, a Québec, subentrata a John Ralston Saul. Dal 2009 al 2012, la Clement aveva guidato il Pen Messico.

Americana, figlia di diplomatici, è nata nel 1960 a Greenwich (Connecticut) ma l’anno dopo la sua famiglia si è trasferita in Messico.

Ha studiato negli Stati Uniti e in Francia. È autrice di romanzi, di biografie di artisti e di alcune raccolte di versi. È cofondatrice e direttrice, assieme alla sorella Barbara Sibley, del San Miguel poetry week. Il Congresso di Orense si presta anche ad una valutazione delle vicende dei quattro Centri iberici, indipendenti fra di loro: Spagnolo, Catalano, Galiziano e Basco. Il più antico è il Pen spagnolo, fondato nel 1922, in un momento di crisi dei centri culturali accademici di Madrid nel periodo interbellico. Tuttavia, la sua natura aristocratica, la diversità di interessi dei membri e, soprattutto, il carattere elitario degli scrittori di Madrid nei confronti degli autori della «periferia», in particolare della Catalogna, spinsero gli scrittori spagnoli a dividersi. Nel 1924 venne fondato il Pen Club Catalano in opposizione a quello di Madrid. Anche se ufficialmente lo statuto della sezione catalana sottolineava l’assenza di qualsiasi propaganda politica, era chiaro che alla base della sua fondazione c’era un certo nazionalismo culturale: sottolineare la diversità culturale di Barcellona rispetto a Madrid. In questo contesto, il Pen Catalano si è sempre caratterizzato per il suo dinamismo ed entusiasmo nel diffondere la propria letteratura. Il terzo Centro Pen in ordine di costituzione è quello basco, fondato nel 1950 come Pen Euskal Bilkura (Associazione basca del Pen) e accettato dal Pen Internazionale. Tuttavia, l’esperienza non è durata a lungo e il gruppo si è sciolto dopo pochi anni, per essere rifondato nel 1987 come Euskal Pen Kluba (Pen Club Basco). Anche questo nuovo tentativo non è andato a buon fine e dopo tre anni la sezione è stata chiusa. Terza riapertura nel 2004 con il nome di Pen Basco. Il centro Pen di più recente costituzione è, quindi, quello gallego. Il primo tentativo di fondazione risale al 14 aprile 1977, quando un gruppo di 47 scrittori organizzò una riunione alla facoltà di Filologia di Santiago de Compostela per definire direzione e statuto (approvati il 25 luglio dello stesso anno). L’iniziativa ebbe il sostegno della sezione catalana, ma l’assemblea generale del Pen tenutasi a Sydney nel dicembre 1977 non diede seguito al progetto, poiché il Pen Internazionale ammetteva in quel momento soltanto le letterature di nazioni con uno Stato autonomo. Per richiederne l’ammissione fu necessario attendere il 9 marzo 1990, quando venne ufficialmente costituita l’Associazione culturale Pen  Club di Galizia e il 13 dicembre ne venne approvato lo statuto. Attualmente, la sezione gallega del Pen Club conta 96 membri. Fra i suoi obiettivi c’è la promozione della lingua e della letteratura gallega in Spagna e all’estero, senza dimenticare i legami con la letteratura ispanoamericana e portoghese. Da ricordare,  l’organizzazione del 60° congresso internazionale del Pen tenutosi a Santiago de Compostela nel 1993, cui parteciparono oltre 300 scrittori provenienti da 102 Paesi. L’evento si rivelò uno strumento utilissimo per dare rilevanza internazionale al mondo letterario gallego. Come si vede, sin dalla loro costituzione, le vicende del Pen iberico sono fortemente legate alla polarizzazione politica e a una forte eterogeneità culturale del panorama letterario e artistico, volta a sottolineare il carattere culturale di ogni singola regione.

Il Congresso di quest’anno prevede la discussione di numerose risoluzioni sollevate dai Centri, focalizzate sulla libertà di stampa e di pensiero in vari Paesi, fra cui Afghanistan, Cuba, India, Messico, Iran e Cina. In agenda anche il crescente problema a livello mondiale del rapimento di bambine in età scolare, la difesa del diritto d’autore e le richieste di ammissione di nuovi Centri Pen. Seminari specifici saranno dedicati alle questioni regionali e al caso turco. L’ordine del giorno include anche l’elezione del nuovo segretario internazionale, di un vicepresidente, di alcuni membri del consiglio generale del Pen internazionale e del presidente del Comitato degli Scrittori per la pace. Previsti anche recitals poetici e letture pubbliche per «creare ponti letterari» ed instaurare un dialogo tra i diversi attori dell’ambiente letterario.

 

 

Potrebbe interessarle