La Fondazione: qualcosa di pratico per giovani russi

La Fondazione: qualcosa di pratico per giovani russi

Nell’autunno del 1995, Iosif Brodskij – cui nel 1987 era stato assegnato il premio Nobel per la letteratura – incontra il sindaco della Capitale italiana, Francesco Rutelli, per parlargli della creazione di un’Accademia russa a Roma, su modello di quella americana. Da dove nasceva questo progetto? «Iosif era stato molte volte ospite dell’American Academy a Roma e ne aveva tratto immenso giovamento – racconterà Michail Baryshnikov a Benedetta Craveri –. L’Italia aveva rappresentato per lui un’esperienza cruciale per capire la poesia, l’architettura, l’arte e desiderava che altri artisti condividessero il privilegio di cui lui aveva goduto. Era solito ripetere che non gli bastava aver tentato di condividere con altri questa sua esperienza attraverso la poesia, ma voleva trovare un modo pratico, concreto, per consentire ai suoi compatrioti – poeti, scrittori, artisti – di venire a Roma» così come era avvenuto, dal ’700 in poi, quando molti l’avevano scelta come patria di elezione. Una tradizione troncata dalla rivoluzione e, per un poeta nato a San Pietroburgo, citta' dalla forte impronta artistica italiana, tradizione da riscoprire. Per Brodskij l’Italia, che era stata una rivelazione per i russi, ora avrebbe potuto diventare la fonte del loro Rinascimento. Brodskij e Baryshnikov si erano incontrati per la prima volta a New York nel 1974 ed erano diventati amici. Iosif aveva allora 34 anni, era uno dei maggiori poeti russi ed era stato espulso due anni prima dall’Unione Sovietica in seguito a un processo politico-farsa che aveva fatto epoca. Il secondo, che di anni ne aveva 24, si era rivelato un ballerino classico senza pari e, in tourneÌ�e in Canada con il Bolshoj, aveva, dopo una fuga rocambolesca, chiesto asilo politico all’ambasciata americana. La morte improvvisa di Brodskij, avvenuta nel gennaio del 1996, cambia il corso di quel progetto. Nei giorni successivi alla scomparsa, alcuni amici, per realizzare il suo desiderio, decidono di creare un  ondo in suo onore. Nasce cosi' una Fondazione con sede principale a New York, la Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund e una sede italiana a Roma, l’Associazione Joseph Brodskij. Non avendo un edificio di proprieta' dove ospitare gli artisti russi in Italia, la Fondazione manda i propri borsisti, per tre mesi all’anno, presso istituzioni amiche: l’Accademia americana, l’Accademia francese a Villa Medici, la Villa Mirafiori dell’universita' La Sapienza. Fuori Roma: alla Fondazione Bogliasco di Genova, all’Istituto di Studi Avanzati dell’università di Bologna ed alla Emily Harvey  Foundation di Venezia, citta' particolarmente amata da Brodskij, che in Laguna trascorreva lunghi periodi invernali, soprattutto a dicembre. Nel corso degli anni, molti sono stati i poeti e gli  artisti premiati dalla Fondazione Brodskij, grazie anche a donazioni internazionali private e pubbliche. Negli Stati Uniti la Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund e' presieduta da Maria Sozzani, vedova del poeta, e include tra i suoi membri l’esecutrice letteraria di Brodskij, Ann Kjellberg, e Robert Silvers, fondatore e direttore editoriale della New York Review of Books. Fanno parte  del comitato consultivo Mikhail Baryshnikov, lo studioso Victor Vladimirovich Ivanov, lo scrittore e avvocato Louis Begley e Mstislav Rostropovich, con il quale Brodskij scambioÌ� le prime idee  su un’Accademia. Tra i membri fondatori della Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund ci sono anche Dmitrij Lichacev, sir Isaiah Berlin e Misha Vorobiov. In Italia l’Associazione Joseph Brodsky, diventata la Fondazione Brodskij, e' presieduta da Maria Sozzani. Tra i suoi membri annovera Roberto Calasso (presidente dell’Adelphi), Benedetta Craveri, Cristina Gasparri e Girolamo Marcello.

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