Orhan Pamuk sotto processo

Orhan Pamuk sotto processo

Ancora una volta lo scrittore Orhan Pamukè stato messo sotto processo dalle autorità turche con l’accusa di avere offeso, nel suo nuovo romanzo Veba Geceleri (Le notti della peste, in uscita in Italia da Einaudi), il fondatore della Turchia moderna, Mustafa Kemal Atatürk, e deriso la bandiera ottomana. La vicenda nasce alcuni mesi addietro in seguito alla denuncia di un avvocato di Smirne che affermava che nel libro si incitassero i suoi connazionali all’odio e all’animosità. La legge 5816 protegge la memoria di Atatürk e prevede sino a tre anni di carcere per chi la viola. Non è la prima volta che vengono rivolte a Pamuk accuse simili, sinora decadute senza arrivare alla condanna, ma la notizia evidenzia uno dei tanti aspetti critici del governo autoritario del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, relativo alla libertà d’espressione degli scrittori e degli intellettuali. Il romanzo di Pamuk è ambientato nei primi del Novecento, in un’isola immaginaria della Turchia durante l’impero Ottomano. Ha tra le sue fonti d’ispirazione La peste di Albert Camus e I promessi sposi di Alessandro Manzoni. Parla della peste del 1901, descrivendo una situazione per alcuni aspetti paragonabile alla pandemia attuale. Anche se il romanzo non contiene alcun riferimento a Mustafa Kemal Atatürk, ancora oggi figura estremamente popolare nel Paese, l’accusa ritiene che Pamuk si sia rivolto in maniera offensiva verso Atatürk e l’identità nazionale turca in generale. Il tribunale di Istanbul aveva assolto Pamuk per mancanza di prove. I giudici di Istanbul avevano deciso di archiviare le accuse, ma l’avvocato accusatore ha impugnato il provvedimento su cui, adesso, dovrà pronunciarsi un’altra Corte. «Ancora una volta le autorità hanno utilizzato le leggi penali sulla diffamazione per mettere a tacere i dissidenti», ha rilevato il nuovo presidente del Pen internazionale, Burhan Sönmez. A fianco di Pamuk si è schierata anche l’Associazione turca degli editori (Tyb), secondo cui il clima intimidatorio della Turchia equivale, di fatto, a una censura, minacciando la libertà di espressione e la libera circolazione di libri e idee. Dal 2019, Pamuk è uno dei vice-presidenti del Pen internazionale

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