Intellettuali perseguitati in Messico: morire a 32 anni, assassinato

 Intellettuali perseguitati in Messico: morire a 32 anni, assassinato

 Intellettuali perseguitati in Messico: morire a 32 anni, assassinato   Migliaia in piazza. La protesta di 400 intellettuali da tutto il mondo

 di Vera Agosti

Continuano gli assassinii degli intellettuali in Messico. Da quando Javier Duarte de Ochoa è diventato governatore di Veracruz, sono già stati uccisi ben 13 giornalisti. Se qualcosa non lo soddisfa, Duarte è solito minacciare apertamente i media; così come è avvenuto per le ultime immagini del fotoreporter trentaduenne Rubén Espinosa. Irritato, il governatore ha fatto ritirare da tutte le edicole della Capitale la rivista con le foto incriminate. Negli ultimi tempi, alcuni uomini in divisa avevano «avvertito» Espinosa di ritirare le proprie foto, offrendogli anche del denaro. In caso contrario, avrebbe fatto la stessa fine della collega Regina Martínez (assassinata). Al suo rifiuto, era stato malmenato. Per sicurezza, era tornato a vivere dai genitori, trasferendosi nella Capitale, ma i suoi aguzzini lo hanno comunque raggiunto. Il suo corpo, torturato e senza vita, è stato trovato assieme a quello dell’attivista per i diritti umani Nadia Vera e a quelli di altre tre donne. Il delitto ha scatenato una reazione senza precedenti. Migliaia di persone sono scese in strada, mentre la notizia è stata pubblicata su tutti i giornali nazionali e internazionali. Circa 400 intellettuali (letterati, giornalisti, artisti) di tutto il mondo, fra cui Salman Rushdie, Paul Auster, Alfonso Cuaròn, Sergio Ramìrez, Noam Chomsky, Margaret Atwood, hanno scritto al presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, chiedendogli di fermare la violenza contro i giornalisti. Il documento è pubblicato sul sito web del Pen americano. Dal 2004 ad oggi sono stati uccisi 71 giornalisti. In questi ultimi quattro mesi, oltre a Espinoza e Martinez, assassinati i giornalisti Ismael Díaz López e Filadelfo Sánchez Sarmiento, gli editori Gerardo Nieto Álvarez e Juan Mendoza Delgado. Oltre un milione di firme, raccolte anche dalla comunità globale Aavaz (www.aavaz.org), aumentano la pressione internazionale dimostrando che da tutto il mondo si è pronti a lottare per la libertà d’espressione del Messico. Da tempo il Messico è uno dei Paesi più pericolosi al mondo per gli intellettuali. Con l’attuale presidente, gli attacchi contro i media sono aumentati dell’80 per cento.

 

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