Federico e la nostra generazione

Federico e la nostra generazione

di JULIO NEIRA

Per chi come noi è nato a  metà degli anni Cinquanta e ha frequentato l’università ai primi dei Settanta, la figura di Federico Garcia Lorca ha un valore maggiore di quello che gli spetta per qualità letteraria. E' diventato simbolo di una Spagna sacrificata durante la guerra civile sull’altare dell’intolleranza e del fanatismo per mano delle forze che pretendevano di mantenere lo Stato sotto il velo del dogmatismo arcaico. Il regime del generale Franco era gia' intriso di morte, ma non per questo era meno temibile: il carcere incombeva sui dissidenti e, se fosse stato ancora in vita, il dittatore avrebbe continuato a firmare condanne a morte. Il regime aveva provato a divulgare, per i propri interessi, un’immagine inoffensiva del poeta: il Garcia Lorca neopopolare, piu' vicino allo stereotipo della Spagna folcloristica, l’autore del Romancero gitano e del Poema del cante hondo, che componeva per l’Argentinita canzoni tradizionali, ispiratore di coplas di autori famosi nel dopoguerra come Rafael Leon. Proprio il Garcia Lorca tanto criticato dai suoi amici surrealisti Luis Bunuel e Salvador Dali' nel 1928. Inoltre sembrava la classica persona non coinvolta in politica e che il suo premeditato assassinio nell’agosto del 1936 fosse dovuto, in realtà, ad un regolamento di conti fra omosessuali. Cosi' il regime pretendeva di eliminare la propria evidente responsabilità di quella morte. Invece la nostra generazione ha avuto la possibilita' di scoprire in gioventu' che Federico era uno scrittore molto piu' importante di quello ventilato dal franchismo, con una nitida coscienza sociale, che aveva sviluppato una notevole attivita' politica e che il suo fu un crimine politico deciso da coloro che tenevano sotto controllo Granada per ordine dello Stato maggiore degli insorti contro la Repubblica. E le foto di Garcia Lorca alla Columbia University di New York o alla Residencia de Estudiantes di Madrid si trasformarono in un vero e proprio simbolo di lotta antifranchista. Avvenne negli anni Settanta, quando un nuovo gruppo di studiosi delle sue opere, non condizionati sentimentalmente dall’averlo conosciuto – Cyril Brian Morris, Mario Hernandez, Andrew Anderson, Miguel Garcia Posada, Andreis Soria Olmedo, ecc. –, cominciarono a mostrare una nuova forma di intendere il poeta di Granada attraverso le sue opere postume: Poeta en Nueva York, Divan del Tamarit e i suoi Sonetos de amor. Nel recupero delle opere successive di Garcia Lorca gioco' un ruolo fondamentale, nel 1974, la commemorazione  del cinquantenario del Manifesto Surrealista di Andrei Breton e, sia questo movimento – che il franchismo considero' sempre un compagno di viaggio del Partito comunista – che la sua influenza in Spagna, iniziarono ad avere l’attenzione che meritavano. Nel 1975, la pubblicazione da parte dell’amico Rafael Martinez Nadal del manoscritto del dramma El publico – che Garcia Lorca gli aveva consegnato all’inizio del suo ultimo viaggio a Granada, nell’estate del 1936 – e della Comedia sin titulo, altra opera surrealista, dallo stesso Rafael edita nel 1978, hanno permesso di svelare l’autentica dimensione di un poeta capace di percepire il mondo e tradurlo con misteriosa bellezza, cantore dei grandi drammi dell’uomo contemporaneo, difensore delle minoranze oppresse dal sistema capitalista e dal dogmatismo sociale; e di un drammaturgo che stava in vetta al teatro europeo d’avanguardia, con proposte sceniche di insolita audacia. Decisamente diverso dall’immagine stereotipata del poeta giocoso e dell’omosessuale istrionico che aveva divulgato il franchismo. Tutto cio' venne confermato durante quella decade grazie all’introduzione nelle Obras completas di interviste e discorsi riportati dalla stampa dell’epoca, che rivelano un autore di forte impegno sociale, sino al punto  di essere il primo firmatario del manifesto degli intellettuali a favore del Fronte Popolare durante le elezioni del febbraio del 1936. A questo si aggiunga che, all’epoca, fu il suo caparbio biografo Ian Gibson a spiegare dettagliatamente le circostanze  del suo assassinio, sebbene si tentasse di confondere le carte per discolpare il regime. In conclusione, la nostra generazione ha avuto l’onore di rivalutare la personalita' letteraria di uno dei piu' grandi talenti della letteratura contemporanea. Resta da chiedersi: che vette avrebbe raggiunto la sua opera se egli non fosse stato ucciso a trentotto anni, ma avesse raggiunto gli ottanta?

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