di Olga Strada
Prima che il discusso romanzo di fantapolitica di Michel Houellebecq – paradossalmente previsto in libreria il giorno stesso del massacro di Charlie Hebdo – raccontasse una confortevole sottomissione della Francia futura alla legge islamica («Il culmine della felicità umana consiste nella sottomissione più assoluta», Houellebecq, Sottomissione, 2015), a raccontare la paura degli europei di perdere la propria identità è stata la scrittrice russa Elena Ä�udinova che, nel 2005, aveva pubblicato in Russia un’opera destinata a suscitare scalpore fin dal titolo, La moschea di Notre Dame. Anno 2048 (con un palese rimando nel sottotitolo al capolavoro antiutopico per eccellenza di Orwell). Terreno delle vicende della fabula era una Francia ormai ostaggio dell’Islam; anche i suoi monumenti simbolo, la Torre Eiffel e la Cattedrale di Notre Dame, si erano piegati alle esigenze dei conquistatori, l’una diventando il minareto più alto del mondo, l’altra una moschea.
Saranno i laici, quali nuovi Maquisards, a lottare in nome dei principi illuministici contro i portatori dell’ordine maomettano.Qualche anno dopo il romanzo della Ä�udinova il tema è ripreso da Vladimir Sorokin, scrittore tra i più interessanti del panorama letterario russo, che in Tellurija (Mosca, 2013) getta uno sguardo postapocalittico sul futuro dell’Europa e del mondo. Cardine attorno al quale si sviluppano i 50 capitoli di questo romanzo cibernetico, come è stato definito, sono dei chiodi realizzati nell’elemento chimico di numero atomico 52, il tellurio. La loro caratteristica, una volta conficcati da abili esperti in una particolare zona del cranio del fruitore, è di far vivere, non solo virtualmente, l’esperienza soggettiva che si vuole sperimentare. Fra i temi più interessanti del romanzo vi è appunto quello della paura dell’Europa di fronte alla guerra santa proclamata dall’Islam: «O vecchia Europa, culla di un’umanità malvagia, baluardo di peccatori e adulteri, asilo di apostati e ladri, rifugio di atei e sodomiti. Che il tuono della jihad faccia crollare le tue mura». ©
/Riv. 30, gennaio-marzo 2015/
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